Filius, Mater.
Musiche della Settimana Santa tra '600 e '700
a Napoli, Venezia e in Abruzzo
Domenica 24 Marzo 2024, h. 19.00
S. Pietro apostolo (Chiesa del Mare), Pescara
Introduzione al Concerto
Non c’è un figlio senza una madre, non c’è Figlio senza Madre.
Chi, tra noi, non vive, sente, immagina o concepisce la Passione di Cristo, Figlio del Dio, senza la figura di sua Madre, lei figlia della terra, donna tra le donne, madre tra le madri, piegata e piagata da quel dolore atroce e disumano di “un genitore che non dovrebbe mai sopravvivere alla perdita di un figlio…”? Maria è chiamata, nel Catechismo cattolico, a rivestire ruoli unici, fondamentali, salvifici ma nelle nostre tradizioni popolari (soprattutto quelle del nostro Meridione) è la madre Addolorata che più si sente vicina: Lei che viene addirittura posta al centro delle celebrazioni della Settimana Santa tanto che noi finiamo per vivere le sofferenze della Passione di Cristo attraverso gli occhi impietriti e allucinati della Madre, e non quelli dell’Agnello condotto al macello.
Così abbiamo pensato di dedicare proprio alla Madonna l’apertura e la chiusura di questo concerto, come fossero due braccia amorevoli, le sue, che raccolgono in sé i dolori che si elevano dalla Passione: i dolori inflitti dagli uomini al Figlio e quelli che a noi, suoi figli, ci procurano le nostre indegnità quando ne prendiamo coscienza.
1a Parte del programma
L’Intonazione all’organo di Andrea Gabrieli è l’invito ad entrare nel giusto spirito del concerto, che sarà soprattutto di meditazione. Quel Gabrieli che, sul finire della sua vita, fu organista presso la basilica di San Marco proprio laddove, nei decenni successivi, sarà “maestro di cappella” Claudio Monteverdi di cui eseguiremo le splendide Litanie (lauretane) pubblicate postume nel 1650: è la voce del soprano solo ad aprire il brano, quasi fosse quella di un'anima sola e persa che invoca Dio ad aver pietà di lei (Kyrie eleison); al soprano, via via, si aggiungono, imploranti, le altre voci fino ad un “pieno” che si terrà tale fino al momento delle suppliche vere e proprie: queste Monteverdi le farà susseguire, con un continuo scambio tra le voci, in modo crescente, affannoso, martellante fino all’Agnus Dei che conclude il brano in modo piano, rassegnato, come spossate per tanta preghiera.
I tre brani che seguiranno, con un salto temporale verso il ‘700 barocco, saranno quelli dedicati alla Passione di Cristo. Il boemo Zelenka aprirà il trittico con la narrazione dello smarrimento di Cristo sul Monte degli Ulivi, In monte Oliveti, dinanzi alla paura, così umana, di ciò che lo attende: richiamerà, inascoltato, i suoi miseri compagni a star svegli e ad essergli vicino (Vigilate et orate) perché la solitudine dinanzi alla morte è insopportabile, anche per Dio (Spiritus promptus est sed caro autem infirma). E solo sarà sulla croce: Lotti nel suo Crucifixus saprà costruire voce dopo voce (8 in tutto) il dolore crescente e straziante di chi davanti a quel corpo inchiodato e appeso sa di esserne responsabile. Come farà ancora Zelenka nel 9° Responsorio dell’Ufficio delle Tenebre Caligaverunt oculi mei (I miei occhi sono annebbiati dal pianto perché mi è stato portato via chi mi dava conforto), un brano di una intensità senza pari, quasi insostenibile nel suo finale per chi ascolta, ma ancor più per chi lo esegue.
2a Parte
Al centro del concerto abbiamo voluto inserire l’Introito di una Messa dei morti come per offrire, così come facciamo per i nostri cari che vengono a mancare, una preghiera, la nostra gratitudine di credenti, al corpo esanime dell’Uomo che è venuto qui a darci la vita. Il Requiem aeternam tratto dalla Missa pro defunctis di Cesare Tudino, pubblicata a Venezia nel 1589 (introdotto dalla Suonata Prima all’organo di Banchieri per ricollocare storicamente all’indietro di oltre un secolo il brano funebre) ci è sembrata una scelta obbligata: la Compagnia Virtuosa ha trascritto per intero questa inedita messa del compositore atriano, l’ha studiata a fondo e l’ha incisa (il CD sarà pubblicato il prossimo giugno) convinta del suo grande valore artistico.
Per molti dei presenti al concerto questa sarà la prima occasione per ascoltarla e contiamo che vorranno sostenerci per il successo del progetto.
3a Parte
L’ ultima parte del programma si sposta di nuovo verso il ‘700 avanzato: e si sentirà! Come si sentiranno le differenze stilistiche tra la scuola musicale napoletana (doloristica e teatrale insieme), quella strumentale mitteleuropea (equilibrata, elegante, leggera) e lo spirito scanzonato e… cantante del Tirolo (sempre del ‘700 si intende!).
Lo sconosciuto abruzzese Cotumacci (cresciuto musicalmente a Napoli) aprirà all’organo con la sua breve Toccata 14a la scuola napoletana e sarà facile riconoscere nei suoi passaggi finali un motivo noto che fu pure dello Stabat Mater di Pergolesi. Seguirà il Miserere mei, Deus di Durante (i soli primi tre movimenti), un brano con un incipit lento meraviglioso, memorabile, che disegna, certo, un dolore popolare ma che troppo in fretta si consuma e si trasforma in passaggi corali di bravura contrappuntistica e, in qualche modo, teatrali.
Pepusch, prussiano trasferito poi a Londra, co-fondatore della gloriosa The Academy of Ancient Music (istituzione cui ancora oggi i cultori della musica antica sono devoti e riconoscenti) con il tenero ed elegante 4° Concerto op. 8 per flauti e violini ci preparerà spiritualmente, si fa per dire, alle scintillanti Litanie della Beatissima Vergine Maria del roveretano Domenico Pasqui.
Due parole occorrono per spiegare il legame della Compagnia Virtuosa con questo spiritoso e pazzoide settecentesco sacerdote maestro di Cappella di San Marco in Rovereto (Trento) che amava firmarsi, giocando con il suo stesso cognome, “Osterman de Trinkenfeld” (Pasquale di Bevonia o Tracannìa diremmo noi…), che non esitava a bruciare le composizioni dei suoi predecessori e che si faceva pagare profumatamente le sue un “tanto a note”. E di note ne metteva molte nelle sue composizioni le quali, lo si voglia o no, suonano “suggestive e trascinanti” come scrive il Vettori, suo studioso e conoscitore. E noi siamo tanto d’accordo con lui che la Compagnia ha eseguito di Pasqui, in prima assoluta in tempi moderni, oltre alle Litanie di questa sera, due Miserere e una Messa a 4 voci, tutte trascritte per l’occasione dal Vettori per la Compagnia, appunto: agli ascoltatori la libertà di gustarsi (o meno) queste Litanie dalla velocità e dalla verve senza pari che certamente fanno sudare i coristi ma ancor più i poveri violini che sgranano note senza sosta per tutti i 6 minuti (o giù di lì) in cui Pasqui risolve le suppliche lauretane.
Un finale poco consono ad un concerto sulla Passione? L’avevamo detto all’inizio che una sorta di abbraccio musicale avrebbe raccolto questo concerto per molti versi impegnativo: ci piace pensare a Lei, Maria, che dopo tanti affanni avrà voluto accennare ad un sorriso, un sorriso mite, certo, non sconsolato, ma tanto umano.
Buona Pasqua!
Walter Pili
Direttore artistico
Programma
Andrea Gabrieli
(Venezia, 1533 ca – 1585)
Intonazione sul I tono (organo)
Claudio Monteverdi
(Cremona, 1567 – Venezia, 1643)
Litaniae della Beata Vergine a 6 vv e b.c.
Jan Dismas Zelenka
(Louňovice-Rep. Ceca, 1679 – Dresda, 1745)
In monte Oliveti ZWV 55/1 [Responsoria pro Hebdomada sancta] a 4 vv, strum. ad lib. e b.c.
Antonio Lotti
(Venezia, 1667-1740)
Crucifixus a 8 vv
J.D. Zelenka
Caligaverunt oculi mei ZWV 55/18 [Responsoria pro …] a 4 vv, strum. ad lib. e b.c.
*****
Adriano Banchieri
(Bologna, 1568-1634)
Suonata Prima, Fuga plagale [da L'Organo suonarino] (organo)
Cesare Tudino
(Atri TE, 1530 ca – 1591/2)
Requiem [Introito da Missa pro defunctis, 1589] a 5 vv
*****
Carlo Cotumacci
(Villa S. Maria CH, 1698 – Napoli, 1785)
Toccata XIV in Fa minore
Francesco Durante
(Frattamaggiore NA, 1684 – Napoli, 1755)
Miserere mei, Deus [movim. 1-3] a 5 vv e b.c.
Johann Cristoph Pepusch
(Berlino, 1667 – Londra, 1752)
Concerto IV in Fa magg. op. VIII per 2 flauti dolci, 2 violini e b.c.
Domenico Pasqui
(Rovereto, 1722-1780)
Litanie della B.ma Vergine Maria a due cori (4 vv), 2 violini e b.c.
Componenti
Compagnia Virtuosa, ensemble vocale
Szilvia Komaromi, Serena Patruno (soprani)
Graziella Guardiani, Vittoria Verducci (contralti)
Alessandro D’Amico, Simone Di Meo, Walter Pili (tenori)
Stefano Circeo, Francesco D’Arcangelo, Davide Giancristofaro (bassi)
Vox poetica, ensemble vocale
Eleonora De Bernardinis Drudi, Federica Fancello, Arianna Giancola, Simona Niedermaier, Emily Scopini (soprani I)
Patrizia Agostini, Loretta Antonellim Angela Esposito, Vittoria Gaetani, Mary Bernadette O'Connor (soprani II)
Patrizia Antonelli, Roberta Cantalamessa, Giuseppina Ferretti, Adelaide Monti (contralti)
Marco Broccoletti, Daniele Ciccalè, Maurizio Laconi, Claudio Laconi (tenori)
Emanuele Ferrarini, Rosario Luciani, Gionni Scriboni (bassi)
Fairy Consort
Luca Dragani (flauto dolce, viola da gamba), Graziella Guardiani (flauto dolce),
Luca Matani, Alessandro Pensa (violini), Antonio Larcinese (liuto, tiorba, chitarra barocca),
Davide Giancristofaro (Viola da gamba)
Organo
Simone Di Meo(continuo)
Direttore
Chiara Leonzi
Litanie della Beata Vergine Kyrie eleison. Sancta Maria, Sancta Dei Genetrix, Virgo prudentissima, Speculum iustitiae, Vas insignae devotionis, Rosa mistica, Turris davidica, Regina Angelorum, Regina Sacratissimi Rosarii Agnus Dei |
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In monte Oliveti In monte Oliveti, oravit ad Patrem: Vigilate et orate, |
Responsorio: Sul monte degli Ulivi Sul Monte degli Ulivi Gesù pregava il Padre: Siate desti e pregate |
Crucifixus Crucifixus etiam pro nobis |
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Caligaverunt oculi mei Caligaverunt oculi mei a fletu meo: O vos omnes qui transitis per viam |
Responsorio I miei occhi sono annebbiati dal pianto I miei occhi sono annebbiati dal pianto O voi tutti che passate per la via, |
Miserere mei, Deus Miserere mei, Deus secundum magnam misericordiam tuam. Quoniam iniquitatem meam ego cognosco, Ecce enim in iniquitatibus conceptus sum, Asperges me, Domine, hyssopo, et mundabor; Auditui meo dabis gaudium et laetitiam, Ne proicias me a facie tua, Docebo iniquos vias tuas, et impii ad te convertèntur. Quoniam, si voluisses sacrificium, dedissem utique: Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion, |
Salmo 51 Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; Le mie colpe io le riconosco, Ecco, io sono stato generato nella colpa, Purificami con issòpo e sarò mondato; Fammi sentire letizia e gioia, Non respingermi dalla Tua presenza Insegnerò le Tue vie agli erranti, i peccatori a Te torneranno. poiché il sacrificio Tu non gradisci, Nel Tuo amore fai grazia a Sion, |