SULMONA – CHIESA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA
Concerto di apertura della Settimana di Natale
sabato, 18 dicembre 2021, h. 17.45
Natus est nobis!
Musiche inedite del Rinascimento sulmonese e d’Europa
Sintesi. Il concerto propone musica sacra vocale e strumentale, a tema natalizio, del Rinascimento e del primo Barocco europeo ma con un ampio spazio riservato alla Sulmona e all’Abruzzo di fine ‘500.
In particolare, si illustreranno – in prima esecuzione moderna assoluta – composizioni di Alessandro Capece, che fu proprio Maestro di Cappella della SS. Annunziata dal 1619 al 1624, di Luppacchino dal Vasto, del teatino Fornaci. A questi saranno affiancati brani di scuola romana e napoletana coeva (Victoria, Soto de Langa, Michi), italica (Frescobaldi), di area germanica e slovena (Praetorius, Gallus) e del primo barocco tedesco e francese (Bach, Charpentier).
Note al programma
I brani sono stati raccolti attorno ad alcuni dei momenti, diremmo, più significativi della liturgia dell’Avvento, di Natale e del Tempo di Natale e disposti secondo una progressione narrativa, di racconto, non strettamente liturgica.
La Toccata all’organo di Frescobaldi apre il concerto a mo’ delle antiche “sinfonie avanti l’Opera” (più tardi chiamate “ouvertures”).
Il sipario si leva sulla figura di Maria, donna, autrice e attrice della Natività, con il suo fiero saluto ad Elisabetta che ne delinea la forza e l’umile autorità: il Magnificat Octavi toni di Capece, l’ultimo dei Magnificat che il compositore musicò ciascuno sulla base degli otto “tuoni” (o tonalità), alterna versetti al canto gregoriano, e con accompagnamento di organo; segue Es ist ein ‘Ros entsprungen (E’ germogliata una rosa) di Praetorius, tradizionale canto natalizio tedesco del ‘500 che attinge da Isaia dove si canta la nobile e pura nascita di Maria, e infine con Diffusa est di Capece, la grazia che sgorga dalle sue labbra. Vale qui ricordare che dei due brani di Capece, ambedue eseguiti stasera in prima completa esecuzione moderna assoluta, Diffusa est è stata appositamente trascritta da Valter Matticoli per questa speciale occasione e composto da Capece proprio durante la sua permanenza a Sulmona.
Segue il misterioso momento della Nascita, non quello splendente e radioso del Bambino sorridente e benedicente nella culla, ma quello del parto, del ventre che dà alla luce, della Vita che si poggia sull’umida paglia e si manifesta, per primi, a due umili animali da stalla. Capece dà un tono più leggero al suo O magnum mysterium (anche questo eseguito stasera per la prima volta), a tratti è descrittivo, con – forse – i privi vezzi del barocco nascente (l’articolazione pastorale di “praesepio” o il “portare” ripetuto in modo progressivo tra le due voci femminili quasi a segnare il peso di questa missione della Madonna), mentre lo spagnolo Victoria, anch’esso di scuola romana ma di una spiritualità di un altro mondo, verrebbe da dire, con il suo noto O magnum mysterium scuote, colpisce, turba profondamente.
Con lo sloveno Gallus si aprono i fuochi della Festa per il Nuovo Nato: il suo Resonet in laudibus è un brano senz’altro arcinoto ma di cui, eppure, non si può fare a meno in nessun concerto natalizio che si rispetti: ha un po’ la funzione di ricordarci che siamo al posto giusto nel momento giusto… lo spumante carico e pronto di mezzanotte, insomma. Seguono poi la primizia assoluta di Quem vidistis pastores del teatino Fornaci, un mottetto “dialogico”, cioè che introduce la forma del dialogo tra personaggi diversi (qui i pastori) propria dell’oratorio in una composizione all’origine assai severa e rigida nella struttura quale era il mottetto, un brano forse non di immediato apprezzamento ma innovativo per l’epoca. I pastori del germanico Praetorius risultano senz’altro più teutonici (e quasi schierati in fila di marcia) nel suo Quem pastores laudavere: un brano “verticale” come si dice, con le 4 voci che cantano come fossero quattro strumenti all’unisono, tipica della scuola luterana che andava affermandosi e che faceva della semplicità della melodia un requisito fondamentale perché il popolo, das Volk, potesse partecipare attivamente alla celebrazione della Messa. Segue, si fa per dire, Johann Sebastian Bach, luterano anch’egli ma cristiano di un mondo che non era il suo, di una fede immensa in Dio che trascendeva ogni religione, e rifuggiva sicuramente le religioni fatte Stato o fatte propaganda e politica. La sua Pastorale per organo, semplice, infantile, emozionante è perfetta, e Bach non ce ne vorrà se lo useremo come trampolino per portarci più avanti nel Barocco, nella Francia del Re Sole: Charpentier, che si era formato a Roma con Carissimi, creatore, insieme a san Filippo Neri, dell’oratorio sacro, mette nel suo bellissimo oratorio di natale questo Salve puerule, salve tenellule (Salve bambino, salve “tenerino”) che siamo certi ci sorprenderà per il suo saper “cullare” musicalmente il Piccolo Nato con tanto garbo e dolcezza, come solo una Madre sa fare con il suo bambino.
Ma questa Madre, così piena d’amore, sa quale futuro attende il suo Bambino e ne è turbata e dolorosamente rassegnata insieme, e il brano dell’inglese Carr, il suo Division upon an Italian ground (Variazione su un tema italiano) introduce bene il tono malinconico che permea la bellissima e struggente Ninna nanna al Bambino Gesù del campano Orazio Michi: una musica semplice (una “napolitana”), come le ninna nanne sono, ma su un testo straziante : “Quella bocca pien di miele / brama latte, aceto e fiele / hor ch’è tempo di dormire / verrà il tempo del patire / verrà il tempo del dolore / Dormi, amore”.
Ma è tempo di Epifania: il Figlio di Dio si manifesta ai Re Magi (che rappresentano il Mondo) nel mottetto Ibant Magi del vastese Lupacchino, un brano nient’affatto solenne, al contrario, quasi intimo, raccolto: l’Epifania non è la Befana per Lupacchino, ma il mistero della volontà del mettersi in cammino verso la Verità.
Il concerto viene chiuso dall’ispanico di nascita Soto de Langa, ma romanissimo nella vita e filippino – nel senso di San Filippo Neri – nella vocazione musicale e religiosa, con il solenne, processionale ma vivace Nell’apparir del sempiterno Sole, una lauda spirituale fatta per essere cantata proprio dagli schiamazzanti ragazzini e ragazzine dell’oratorio dove si recitava “state buoni, se potete!”.
State buoni, Buon Natale!
Programma
Girolamo Frescobaldi (1583-1643) | Toccata avanti la Messa degli Apostoli Organo solo |
Intorno a Maria, la Prescelta | |
Alessandro Capece (c. 1575-post 1636) | Magnificat Octavi toni |
Michael Praetorius (1571-1621) | Es ist ein 'Ros entsprungen Canto natalizio a 4 voci SATB |
Alessandro Capece (c. 1575-post 1636) | Diffusa est Mottetto a 4 voci SATB |
Il mistero della Nascita | |
Alessandro Capece (c. 1575-post 1636) | O magnum misterium Mottetto a 4 voci SATB |
Tomás Luis de Victoria (1548-1611) | O magnum misterium Mottetto a 4 voci SATB |
Natus est nobis! | |
Jacobus Gallus (1550-1591) | Resonet in laudibus! Mottetto a 4 voci SATB |
Giacomo Fornaci (c. 15..-16..) | Quem vidistis pastores Mottetto a 4 voci SATB |
Michael Praetorius (1571-1621) | Quem pastores laudavere Mottetto a 4 voci SATB |
Johann Sebastian Bach (1685-1750) | Pastorale in Fa magg. BWV 590 (1° movimento) Organo solo |
Marc Antoine Charpentier (1643-1704) | Salve puerule Mottetto per soli, strumenti e coro a 4 voci SATB |
La Madre e il suo Bambino | |
Robert Carr (c. 16..-1686) | Division upon an Italian ground A 2 per flauto dolce e organo |
Orazio Michi detto “dell'Arpa” (c. 1594-1641) | Ninna nanna al Bambino Gesù A 3 voci e strumenti |
I Re Magi al Presepe | |
Bernardino Lupacchino (c. 15..-15..) | Ibant Magi Mottetto a 4 voci SATB |
Francisco Soto de Langa (1534-1619) | Nell'apparir del sempiterno Sole Lauda spirituale filippina a 3 e 5 voci |